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Eye candy

2002
tecnica mista 110 x 120

Cole Morgan



Large lift

2002
tecnica mista 140 x 140



Unbroken

2002
tecnica mista 160 x 190


Se la prima non può essere definita un’impressione di concretezza, è proprio questo che, in ultima analisi,
richiamano alla mente i nuovi quadri di Cole Morgan. Si tratta però di una rievocazione che richiede
un’osservazione attenta e paziente. Quella che a un primo esame appare come una superficie pressoché
monocromatica, premia la perseveranza rivelando a poco a poco la sua recondita ricchezza, mutando aspetto
con il cambiare del punto di osservazione e di incidenza della luce. Ciò si spiega con il forte contrasto
nell’applicazione del colore, ora estremamente brillante, ora opaco, che porta in primo piano alcune parti, mentre
ne spinge altre sul fondo. L’effetto spaziale risulta quindi dalla fortissima stratificazione di queste opere. L’artista,
proveniente dall’esperienza collage, sovrappone strati su strati di colore e termina l’opera con l’inserimento di
materiali estranei, quali sabbia, il cui effetto in rilievo viene ulteriormente accentuato con un gioco di ombre dipinte.
Assolutamente caratteristico, l’avvio rapido e spontaneo, quasi euforico, durante il quale Cole Morgan riveste
l’intera superficie di fondo, per poi entrare in sintonia, e passare a ridurre e condensare la pienezza visiva con un
meticoloso lavoro sui dettagli, e infine graffiare e asportare in parte il colore degli strati sovrapposti, per individuare
con stupore parti sempre nuove che riaffiorano e percepire ciò che rimarrà per sempre celato sotto la superficie.
È questo elemento che conferisce ai quadri la loro dimensione temporale, li fa apparire simili a pareti segnate dal
tempo, sulle quali artisti di passaggio abbiano impresso il proprio messaggio (in modo indecifrabile ancorché
leggibile) sotto forma di graffiti.

Martin Kraft, Zurigo e Locarno