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Claudio Carrieri





Claudio Carrieri nato a Prince George (Canada) nel 1956 risiede a Savona. Fin dai primi anni '70 si
occupa di ceramica, frequentando assiduamente le fabbriche di Albisola, e di pittura partecipando ed allestendo
lui stesso happenings e performances "en Plein Air" con amici artisti albisolesi:(grafitismo, action - painting).
Interrotti gli studi letterari si considera autodidatta, ma riconosce all'amico e maestro Antonio Saba -Telli un ruolo
fondamentale nella sua formazione di artista. Dal 1977 ad oggi ha tenuto numerose mostre personali e collettive
di scultura e pittura in Italia, Spagna, Portogallo, Canada.


"TRAIT D'UNION "... Sorprendenti similitudini con antichi manufatti preistorici si possono trovare in queste
mie sculture, somiglianze che vengono come "scoperta a posteriori" e non hanno nulla a che fare con l'intento
di riprodurre o copiare; credo che siano frutto di inconsce reminiscenze. Per un altro aspetto evidenziano invece
l'esistenza di una legge della "ridondanza morfica" che permane attraverso i tempi. Infatti se si vuole mantenere
come simbolica sorgente del sacro, il corpo femminile, punto di partenza e punto di arrivo, è facile trovare un filo
che annoda la tecnica di manipolazione della materia (argilla), la forma che assume il manufatto e la possibilità,
che ne deriva, di assumerlo come rappresentazione di un reale conosciuto. Le "Odalische non sono vasi, non
sono statue; si costruiscono partendo dal basso con tecnica arcaica, spirito artigiano, gesti ripetitivi. La tecnica è
quella del colombino o lucignolo: cordoni di terra (argilla) posti circolarmente uno sopra l'altro e saldati fra loro.
Con il medesimo sistema si costruivano le grandi giare olearie d'epoca romana. E' il modo più semplice per
ottenere una forma cava di dimensioni relativamente grandi.
Le odalische si modellano e definiscono progressivamente nel lavoro di salita verso l'alto, non seguono un preciso,
aprioristico progetto, ricalcano un archetipo; però si discostano dal modello primitivo secondo un'inclinazione,
un carattere interno ad ogni singola opera, che si manifesta soltanto durante il processo di lavorazione. Come per
le cattedrali medioevali il mestiere del capomastro, intagliatore di pietre, qui è quello dell'artigiano ceramista a
determinare la forma: ne architetto, ne artista sono richiesti. La costruzione non è la risultante concreta di un
pensiero esterno ad essa, che impone azioni a plasmare la materia; al contrario, dall'opera nasce e si evidenzia il
pensiero, inestricabilmente legato all'azione che manipola e struttura: si tratta di un nodo o un "patto" fra il concetto
e la creta. Questo patto si rinnova nella realizzazione di ogni pezzo; per questo ogni opera somiglia all'altra ed è al
contempo unica. Il ripetersi di un gesto ciclico lascia, come traccia fossile di un cumulo di azioni, la forma formata.
Il procedimento di formatura, così come l'insieme delle forme prodotte, mette in luce un "senso" della ripetitività del
fare, che percorre tutto il processo come in un gioco di scatole cinesi. Il senso di quel fare si traduce come:
"tautologia costruttiva", che è solo in apparenza una contraddizione. Infatti sembra che i cerchi si chiudano su se
stessi, in realtà, succedendosi uno all'altro, si rigenerano anello dopo anello, producendo una "storia-spirale"
aperta: la forma di un racconto: "i racconti delle forme". Subito viene in mente l'andamento circolare delle stagioni,
della natura, della vita che nasce, finisce, si rigenera: ancora storie di scatole cinesi. Queste sculture si potrebbero
idealmente sovrapporre a costituire l'immagine di un asse cavo, che, come il mitico asse cosmico, si protende ad
unire il cielo con la terra. Qui l'asse non rappresenta un perno, non ha centro o fulcro fissi, non è una conquista di
punti di riferimento ne in modo assoluto ne in modo relativo; è un asse al femminile, costituisce la rotazione stessa,
l'andata ed il ritorno dei significati, è il luogo dell'infinità dei cerchi, delle rotazioni. L'assenza, la cavità dei centri, è
qualità naturale di quel ruotare che "oscilla" rispetto ad un concetto astratto, matematico della circolarità e, al
contempo, crea l'interno, complementare della forma. Dentro-fuori: "Trait d'union". Una "tautologia fertile"
(quindi al femminile) che non si chiude su se stessa, ma si apre ad un significato che si coglie proprio nel suo
ritmico riproporsi: è il mito dell'eterno ritorno, il balbettio del divenire naturale, dove, scatola cinese, sta anche il
seme della nostra storia.

Claudio Carrieri S. Bernardo in Valle 3 giugno 2003

Odalische

odalisca 2007 cm 50

odalisca 2007 cm60

odalisca 2007 cm.50