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Amalìa Knoll



Rotolo n 9 - particolare
cm. 330 x 62
china su poliestere 2004


Amalía Knoll Nata a Merano. Studi presso gli Istituti d'Arte di Ortisei, Venezia e Firenze. Laurea in Storia dell'arte
presso l'Universitá di Innsbruck. Per diversi anni attivitá giornalistica come critico d'arte per la RAI TV Bolzano.
Insegnante di ruolo (disegno e storia dell'arte) presso scuole superiori.
Collaborazione con Willi Bongard per il "Kunstkompass" ( criterio di notorietá per artisti d'avanguardia nell'ambito
della rivista Capital,Colonia). Assistente del Prof. Attilio Marcolli nel Dipartimento Basic Design presso l'Istituto
Europeo del Design,Milano.
Dal 1997 approfondimento e realizzazione di progetti di disegno e pittura.
Vive e lavora a Parigi e Merano.

Mostre personali:
2004 Galleria Naviglio Modern Art Milano
2002 Galleria Prisma Bolzano Video: "Plexus" 19 min.
1979 Galleria Domenicani, Bolzano

Principali mostre collettive:
2005 Galleria Naviglio Modern Art, Milano
2005 Art Centre Suo Jia Cun Chao Yang Disrict Beijing, Cina
2004 Kunstprojekt, Berlin
2004 CVB Space, New York
2004 Studio d'Ars, Milano
1997 Schloss Katzenzungen SKB, Prissiano

Come iniziare un testo su quadri che non hanno né inizio, né fine? Che sono composti da forme strappate al
margine del quadro da un processo dinamico, in maniera repentina e coatta; un processo creativo illimitato,
naturalmente! Sembra che sui lavori di Amalìa Knoll si generi un mondo di forme, modelli e strutture.
Innumerevoli elementi si uniscono come intreccio, cordame, ghirlande e vene; si incontrano, si sovrappongono,
serpeggiano e si attorcigliano, si fermano e si incrociano in uno spazio infinito, senza tempo. Essi formano una
rete di una vita che, davanti ad uno sfondo di oscura profondità, apparentemente, si organizza da sola, e pulsa
nell'oscurità come un'inarrestabile colata di apparizioni ornamentali. Dal nero scaturisce il bianco e dal bianco
il nero. Quel che accade, accade per caso e necessità. Quello che è in superficie, vi è per caso. La sorte si può
invertire in ogni attimo. Un'altra goccia di inchiostro e quello che poc'anzi era sopra si gira, sprofonda, sparisce
per riapparire dopo la accanto, dietro o mai più. Come se l'artista avesse posto senza intenzione una lente di
ingrandimento su un mondo dove si possono visitare, in forma primordiale la genesi e lo sviluppo, la trasforma-
zione ed il cambiamento, la divisione e la moltiplicazione, lo sparire ed il trapassare. Forse ha la capacità di
avvicinarsi sempre di più a questo mondo per svelare, nella selva, organismi sempre più minuti, più puri. In certe
parti l'intreccio e la rete appaiono come una miccia infinita dell'evoluzione, una miccia che fa esplodere una forma
superiore e piena di nuove scintille. Poi tentano di staccarsi dal grande insieme foglie e fiori, polipi e pinnipedi,
vermicelli e serpenti, ma anche occhi, piedi e denti. Diventano indipendenti e si individualizzano e forse cercano
un contatto con altre entità congeniali. Alcuni rimangono solitari, altri si trovano e si uniscono per formare nuovi
esseri fantastici, delle entità trasgressive. È' il dono degli artisti il creare tali mondi magici da pensieri, sensibilità
e sensazioni. Il lasciar sedimentare stimoli e segni del mondo esterno, per poi, tramite il proprio inconscio, farli
riemergere. Però non bisogna trascurare che questo lavoro richiede coraggio, pazienza e qualche volta forza; ci
vuole fiducia per essere permeabile a quello che vuole uscire. Che forse incombe. Allora non bisogna spaventarsi.
Per poterlo accettare e per trasformarlo. Senza intervenire, senza valutarlo o magari condannarlo. Forse non piace
quello che si presenta, e non è né bello né da capire. Allora è importante di sentire che sia consono e vero.
Ed infine rende felici trovare una forma adatta per questa abbondanza infinita. Senza fine, perché la fine è ancora
un inizio.

Margret Baumann (Köln) - Febbraio 2002